Ristrutturare la casa è un procedimento che dal punto di vista burocratico non va sottovalutato. Per una ristrutturazione in piena regola sono necessari diversi documenti.
Il consiglio di molti esperti è quello di fare tutto con la massima attenzione, in primis perché avere i documenti in regola permette di evitare sanzioni amministrative, e sopratutto perché si potrebbe incappare facilmente in un abuso edilizio che, oltre ad essere un reato, è molto più difficile da sanare (scopri di più) rispetto al fare le cose per bene in fase di ristrutturazione.
Inoltre fare le cose in regola permette di approfittare dei vari bonus per detrarre parte dei costi, fino addirittura al 65% se si tratta di una riqualificazione energetica. Andiamo a vedere quali sono i documenti necessari per ristrutturare la propria casa.
Cosa serve per ristrutturare casa?
Per prima cosa abbiamo bisogno di un tecnico abilitato, in grado di guidare il committente passo dopo passo e di indicare quali sono i documenti necessari. Inoltre è lui stesso a produrre parte della documentazione da presentare agli enti comunali preposti.
Per poter proseguire con la compilazione di tutta la documentazione sono necessarie alcune carte, che riguardano il proprietario o l’abitazione da ristrutturare. Il tecnico avrà bisogno del documento d’identità, della visura catastale, della planimetria catastale e anche dell’atto di proprietà. Se il committente agisce come delegato ovviamente sarà necessario fornire anche l’apposita delega.
Attenzione: coloro che vivono all’interno di un condominio (leggi articolo su ristrutturazione condominio) potrebbero necessitare dell’approvazione da parte dell’assemblea. Di seguito abbiamo elencato le caratteristiche dei documenti necessari. Non abbiamo dedicato spazio al documento d’identità, ritenendo superflua la sua trattazione in questa sede.
Cos’è la visura catastale?
La visura catastale va richiesta, come suggerisce il suo stesso nome, al catasto. Ogni Comune ha il proprio catasto di riferimento, che contiene la documentazione su ogni unità immobiliare. Sulla visura si trovano essenzialmente l’ubicazione dell’immobile, chi è il proprietario, e i cosiddetti dati catastali. I dati catastali a loro volta sono composti da particella, foglio e sub.
In base al tipo di immobile è indicata anche una specifica categoria catastale. A/2 corrisponde alle abitazioni civili, A/3 alle abitazioni economiche e A/4 alle abitazioni popolari. All’interno è segnalata la cosiddetta consistenza, attraverso la quale è possibile conoscere sia il valore dell’immobile che la rendita catastale, oltre alla superficie e ai vani che compongono l’unità immobiliare. Con questi dati è possibile dedurre quanto è necessario versare di tasse.
Cos’è la planimetria catastale?
Rispetto alla visura, la planimetria catastale è decisamente molto più semplice e comprensibile anche per i meno esperti. Si tratta di una cartina, all’interno della quale è indicata la composizione dell’immobile e la disposizione degli spazi. Ciò che è indicato sulla cartina deve corrispondere alla realtà, altrimenti oltre a dover regolare le difformità catastali (vedi come), si potrà incorrere a delle sanzioni.
Dove possiamo trovare la planimetria catastale? Questo documento nella maggior parte dei casi è insieme all’atto di proprietà, ma nel tempo potrebbe anche essere andato perso. Si può recuperare attraverso un tecnico che vada a prenderlo al catasto (dove è conservata una copia) oppure recuperarla qui e averla disponibile entro un’ora dalla richiesta.
Cos’è l’atto di proprietà?
L’atto di proprietà è il documento che attesta chi è il reale proprietario dell’immobile che si vuole ristrutturare. Si tratta di un documento molto importante, ma in caso di smarrimento può ugualmente essere recuperato. Di solito se ne occupa il notaio, ma possiamo anche andarlo a richiedere personalmente all’archivio degli atti pubblici. Un’altra alternativa è quella di firmare un’autocertificazione, ma in tal caso vanno comunque indicati gli estremi dell’atto di proprietà, così da facilitare ipotetici controlli degli addetti.
Per chi è in affitto è comunque possibile procedere con dei lavori di ristrutturazione, a patto che il proprietario dell’immobile sia d’accordo. Il proprietario deve così firmare una dichiarazione di assenso, in cui conferma la sua volontà di permettere i lavori di ristrutturazione. Anche in questo caso deve essere allegato l’atto di proprietà, insieme al suo documento d’identità. Attenzione a un dettaglio. A volte può capitare che il comune, in atti come la CILA (leggi approfondimento), non richieda in maniera esplicita l’atto di proprietà.
Il nostro consiglio è quello di inserirlo comunque, perché può evitare facilmente futuri problemi o ostacoli. Quando si sta effettuando una ristrutturazione, anche un giorno di ritardo può fare la differenza, ed è fondamentale non restare bloccati a causa della burocrazia. Il motivo della non richiesta da parte del Comune dell’atto di proprietà spesso deriva dallo scarico di responsabilità al tecnico. Dovrebbe essere lui a chiedere l’atto di proprietà, e compilando tutta la documentazione per la ristrutturazione è come se lui affermasse di averne preso visione.